Il più grande tra i miei Maestri! (Claudia Moschettini)

a padre Ernesto Balducci (25 aprile 2018 – 25 aprile 1992)

Con la scomparsa di Ernesto Balducci (25 aprile 1992) l’intero Novecento, culturale, teologico, profetico ha improvvisamente perso tra le menti più acute, più fini, più libere e, nel più pieno senso evangelico… Insostituibile baricentro escatologico… Indimenticabile testimone della pace… Il più grande tra i miei Maestri!  C. (11 feb 2012)

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Leggere, ascoltare, lavorare senza sosta (“restando” sui crinali della complessità affascinante dell’esistenza) sul/la vita e la testimonianza di Maestri come Balducci, o Turoldo, o Antonio Bello, a qualunque età, formazione, e a partire da qualunque credo, ci permette, a ogni istante, di intravvedere un inesauribile respiro di libertà, di professionalità e di onestà nei confronti della vita, propria e in relazione con gli altri.

Leggere, ascoltare, lavorare fino allo “sfinimento” sulla loro esperienza e loro testimonianza dona una inesauribile sicurezza e stima di sé, regala un’inedita libertà e gioiosa capacità di comunicare, un rispetto nuovo per la propria dignità (oltre a quella di chi ci ascolta e di chi ci parla), dona un anelito costante all’affinamento della propria professionalità, anche quando questa è colpita costantemente da momenti di estrema difficoltà, dona una forza vitale, un’inaudita preparazione e infinite competenze, al sogno veramente possibile di organizzare la speranza, quella propria, quella degli altri.

Questi, a mio parere (e il Diritto o la Chiesa di ogni tipo di potere lo sappiano!) sono i segni autentici della resurrezione, e quelli fortissimi della resistenza, che occorre, oggi, “cogliere”, “intercettare”; questi i segni “inediti” e “sofferti” che molti Partigiani della Storia e della Fede desidererebbero, oggi, fossero “ricordati” di loro, o “celebrati”. Vederci, dunque, finalmente liberi, dentro e fuori! È ciò per cui, alla fine, hanno donato moltissime fatiche, amarezze, e tantissimo lavoro, ciò per cui alla fine hanno consegnato il proprio spirito, senza sosta, e, per molti di loro, finanche la propria vita…!

In questo, a mio parere, oggi, occorre “restar fermi” e per cui “resistere”.

…e quanto tempo, del loro tempo, quei Testimoni hanno dovuto perdere, nella loro originale ricerca, per demolire il “Dio proprietà” delle ideologie e delle furbizie dei potenti, oggi agonizzanti! Quanto Tempo! Quanto Tempo! e quanto, così prezioso, con le povere, scontate, ostinate, private, furbe recinzioni abbiamo sottratto alla loro originaria capacità di proporre nuove idee, nuovi vocabolari, nuovi progetti, nuove narrazioni che avevano, sin dalla loro infanzia, per tutti noi in cantiere, e per la grazia di un nuovo ascolto, di una nuova convivenza, per l’autentica Pace!

E quanto tempo…! quel Diritto e quella Chiesa di ogni tipo di potere hanno sottratto e rubato alla nostra ricerca, alla mia vita…! Invece di dirmi, sin dall’inizio, e sin dalla mia infanzia, che l’uomo nuovo, fuori anche dalle tentazioni di un “Nuovo Umanesimo”, è il mite, è il facitore di pace, è il perseguitato per la giustizia, è il misericordioso, che non farà mai carriera!

Perché.  «…è nell’abbandono reciproco che se lo dicono…!»

Claudia Moschettini
* Oltre il desiderio, My diary, 11 febbraio 2012


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Con  ERNESTO BALDUCCI


«In Toscana, sotto il monte Amiata, a Santa Fiora, c’è un piccolo cimitero dove è sepolto un gigante: padre Ernesto Balducci. Sulla sua tomba di granito è incisa una frase che gli ho sentito più volte pronunciare: «Gli uomini del futuro o saranno uomini di pace o non saranno». Accanto, su una pietra, altre parole: «Conosce veramente l’uomo chi crede nelle sue possibilità ancora inedite». Sta qui la chiave, la grande sfida: scommettere nelle persone, vederle con gli occhi del futuro».
* Don Luigi Ciotti, Ai bordi dell’infinito, Chiarelettere, Milano – Maggio 2012

«Difficile trovare un libro nuovo e insieme classico che meriti attenzione, su scaffali ricolmi di titoli mediocri. Chi riesce oggi a parlare come Ernesto Balducci?»
* Vera Fisogni, la Provincia – 28 aprile 2012

«Mi sono accorta che ‘Siate ragionevoli chiedete l’impossibile’ è un baedeker del pensiero che mai si chiude su se stesso, ma si ritrae di fronte al pensiero, mai utilizza una lingua che non presupponga attenzione e interesse in chi legge, e che discute ogni cosa, instancabile, correggibile, mai assoluto, perché è l’unico strumento della nostra specie.»
* Chiara Valerio, L’Unità – 26 aprile 2012

«Balducci parla a quell’uomo nascosto capace, quando non soccombe dinan­zi alle lusinghe del potere e della ricchezza, di avvertire nel suo profondo intimo le ingiustizie sociali, politiche, religiose, le crepe di un de­cantato progresso in nome del quale, oggi ne abbiamo le prove, all’aumento del pil si sacrifica la qualità di vita dell’individuo, la sua reale consapevolezza della natura. Da qui nasce quella “svolta antropologica” e quell’onestà intellettuale che lo porta a denunciare le incoerenze dei poteri forti come lo Stato e la Chiesa.»
* Chiara Coco, Il futurista – 25 aprile 2012

«L’occasione di questa riflessione ci è data dall’uscita di un libricino che raccoglie alcuni degli scritti di padre Ernesto Balducci: “Siate ragionevoli, chiedete l’impossibile” per i tipi di Chiarelettere. Abbiamo voluto mettere qui accanto una delle parti del libro che sono parse più significanti e in relazione con l’oggi. Non diremo, come sempre si dice che quelle parole risultano particolarmente attuali. Anzi, quelle parole sono datate e si deduce da molti indizi, ma questo non le ridimensiona, tutt’altro. Perché quelle parole, quei pensieri (come molti altri nel libro) nella loro essenza sfuggono a una collocazione temporale. Non sono attuali oggi, saranno attuali per sempre.»
* Davide Guadagni, il Tirreno – 24 aprile 2012

“Ci sono riflessioni generali del tipo: «Aveva dinanzi a sé infiniti oggetti a sua disposizione, ma non aveva un cuore che rispondesse al battito del suo, non aveva un tu che desse senso al suo io. La grande tristezza dell’ uomo nasce dal sentirsi solo». Oppure parole che, già nel 1992 vedevano lontano, come: «Io sono tra quelli che ritengono inevitabile, e alla fine provvidenziale, un’ Europa multietnica, ma mi rendo conto che questa previsione è un lusso da intellettuale che rischia di mettere a piè pari la drammaticità del processo che la metamorfosi presuppone. E infatti il processo non avviene all’interno di una cultura di solidarietà come quella che sta nascendo negli ambienti cristiani; avviene dentro una cultura della competizione, giunta al massimo della sua diffusione». C’ è un pensiero ancora attuale negli scritti di padre Ernesto Balducci e quasi ci dimentichiamo che sono passati già venti anni dalla sua morte. E’ una scelta felice quella di Chiarelettere che ha appena mandato sugli scaffali delle librerie «Siate ragionevoli chiedete l’ impossibile», una raccolta di articoli usciti su quotidiani e riviste (dall’Unità, al Secolo XIX, da Paese Sera a La Nazione, Avvenimenti e altri).»
* Laura Montanari, La Repubblica Firenze – 16 aprile 2012

«Leggere Padre Ernesto Balducci è un’occasione per sperimentare la ricchezza e la forza rivoluzionaria del Vangelo, una sorpresa anche per i non credenti. I suoi scritti sono di un’attualità sorprendente.»
* L’Unità – 13 aprile 2012


Trascrizione online | A cura della  Redazione dontoninobello.info *

* Per un’intera settimana (25 aprile 2018 – 3 maggio 2018) la Redazione riporterà su dontoninobello.info tutti i titoli de Il mandorlo e il fuoco che DTB Channel ha trascritto durante gli anni del suo Laboratorio (2008-2015), per… don Tonino Bello Nel cenacolo contemporaneo.