di Salvatore Scarimbolo, pasticcere di Molfetta
Comincio questo racconto come se la mia vita fosse cominciata da quando ho conosciuto Don Tonino Bello. Quando facevo il pasticcere a Molfetta dal primo giorno che ho sentito dal Dottor D’Aprile, mio amico farmacista, che mi raccontava che il nostro Vescovo era passato per le strade di Ruvo, in macchina, con una certa facilità, già da quel momento ho capito la semplicità, l’atteggiamento senza boria e l’umiltà di un Vescovo che era capace di scendere dalla macchina e venirti incontro e abbracciarti senza aspettare che uno gli andasse incontro.
Dal primo momento che l’ho incontrato ho capito che lui era un angelo mandato da Gesù. Quando ascoltavo la sua messa, dopo la lettura della Parola di Dio, all’omelia, spesso lui si dimenticava di fermarsi, andava avanti anche se molti si annoiavano perché non lo ascoltavano realmente, invece per me era straordinario ascoltarlo perché era un poeta, mai fuori luogo, ma sempre in sintonia con il Vangelo appena letto. Chi lo ascoltava realmente quasi dimenticava di dover andare via, anche una messa funebre diventava non triste, ma appassionata e bella; una volta, mi ricordo, gli raccontavo − dico “gli raccontavo” perché entravo e uscivo quando volevo − del perché ero diventato molto religioso e ricordo che quando parlavamo lui mi ascoltava come non mi ha mai ascoltato nessuno, lui era una forza della natura, era sempre molto attento a ciò che gli dicevo.
Ricordo che un giorno mi chiese di portargli la mia torta di arance che lui adorava per colazione, quella mattina c’era anche Don Giuseppe (che ora sta a Giovinazzo) e anche un monaca molto dolce che lo curava come se fosse la sua mamma, con molta passione.
Nei trentotto anni di lavoro a Molfetta, non mi ricordo mai di essere riuscito a trascinarlo nella pasticceria dove lavoravo; a dimostrazione della sua umiltà, mi hanno raccontato che una volta ha incontrato un povero che aveva bisogno di mangiare, non ci ha pensato due volte, lo ha portato a mangiare al ristorante; nello stesso ristorante si trovavano personalità importanti della città di Molfetta e lo hanno invitato al loro tavolo, ma lui ha detto che stava al tavolo con un suo parente: lui e il povero sembravano proprio la coppia che Dio indica nel Vangelo; molto spesso il poveraccio andava a dormire nel palazzo di Don Tonino e, se faceva molto freddo e lui non rientrava, Don Tonino si vestiva e andava a cercarlo, proprio come facciamo noi con i nostri figli!
Ancora un ricordo… in un giorno di festa, la Madonna dei Martiri, lui passeggiava ed era salutato e riverito da tutti quanti lo incontravano, ma non si è mai dato arie da Vescovo, anzi si fermava e aveva una parola buona per tutti quelli che salutava, era veramente vicino alla gente proprio come Gesù, e mi permetto di dire così perché stargli accanto mi faceva sentire il cuore colmo di bontà, proprio come un bambino.
Una volta ad una famiglia povera che lui conosceva e a cui, segretamente, portava sempre qualcosa, è capitato che una componente di questa famiglia è finita sulla strada; il Vescovo, con il coraggio e l’aiuto di Dio, è uscito dal palazzo con la Fiat Ritmo, un’auto tutta sgangherata, ed è andato sulla strada a cercare questa persona; una volta trovata, si è tolto il suo mantello, lo ha fatto indossare a lei, e l’ha ricondotta in famiglia.
Il giorno di Pasqua di uno dei suoi ultimi anni di vita, stavo lavorando, ho lasciato un attimo la pasticceria e sono corso da lui: si stava preparando per la Santa Messa e, quando mi ha visto, mi è venuto incontro e ci siamo scambiati gli auguri, fra la contrarietà di chi era là e, forse, non apprezzava che il Vescovo si dedicava ad una persona in divisa da lavoro.
Tutto quello che racconto io, Salvatore detto Toruccio, non è vanità, ma è la forza di Dio… come quella volta che doveva uscire in processione la statua della Madonna della confraternita di San Domenico a Ruvo di cui faccio parte: don Tonino appena mi vide venne verso di me per salutarmi mettendomi una mano sulla spalla, continuando poi a parlare con altre persone importanti per non deluderle.
Questo fiume in piena di emozioni scaturisce dal mio profondo affetto per una persona così importante per me e di cui conosco tante avventure vissute in prima persona con lui… come quando una persona lo chiama e gli dice “io credo che il Signore non gradisce le persone perbene, ma ama gli ultimi”, e don Tonino gli rispose subito che Egli ama tutti allo stesso modo, in un modo straordinario, con umiltà bisogna credere che Egli ama chi è peccatore e chi non lo è, il Signore ci conosce benissimo!
Starei a parlare per ore del mio amico carissimo, ma mi rendo conto che non è possibile, quindi mi basta guardare il cielo la sera e vedere la stella che mi indica l’Angelo del Signore…
Salvatore Scarimbolo, Ruvo di Puglia (BA)
Trascrizione online | A cura della Redazione dontoninobello.info
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