Vorrei trovarmi in cima a quel castello che si intravede nella bruma trapassata dal sole, lì, in fondo, sul ridosso del promontorio di Castro. Il cielo in questo momento si va liberando degli ultimi banchi di nuvole; tutt’oggi è come se avessi avuto il raffreddore. Anche il mare, che è stato insolitamente più rabbioso, si va spianando sotto la carezza di un leggero ponente che ha preso il posto di scirocco. Nell’insenatura del porto fa capolino qualche rara barchetta. Questo silenzio sublime, che il rombo delle macchine sfreccianti sulla strada vicina non riesce a turbare, questo incanto della natura, leggermente accigliata stasera, mi parlano, o Dio, segretamente di te.
Antologia degli Scritti, Parte 0 – La terra dei miei sogni, pg. 61
* Diario del 1960
Trascrizione online | A cura della Redazione dontoninobello.info
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